In garage:
Cosa ci vorrei mettere:
Giada Beccari
GSSS Team – Istruttore IGSS
Diceva un tale "Se una cosa la vuoi, un modo lo cerchi, se in fondo non la vuoi, una scusa la trovi".
Sono nata del 1986 e, trascorso un solo pomeriggio da passeggera su un fantastico R80G\S mio coetaneo, ho capito che quello che desideravo di più era di avere io in mano il controllo di una motocicletta.
Solo che in casa non si parlava il linguaggio delle moto, le due ruote venivano viste con diffidenza e pericolosità, quando invece per me erano lo "stargate" per un nuovo mondo fatto di piccole grandi inusuali avventure e indipendenza...E ancora non potevo sospettare quanto due ruote ed un motore mi avrebbero cambiato la vita. O forse sì, perché a 18 anni dirottai di nascosto il regalo per la maggiore età dalla patente per la macchina alla patente A... Non vi sto a raccontare come andò a finire in casa!
Solo che in casa non si parlava il linguaggio delle moto, le due ruote venivano viste con diffidenza e pericolosità, quando invece per me erano lo "stargate" per un nuovo mondo fatto di piccole grandi inusuali avventure e indipendenza...E ancora non potevo sospettare quanto due ruote ed un motore mi avrebbero cambiato la vita. O forse sì, perché a 18 anni dirottai di nascosto il regalo per la maggiore età dalla patente per la macchina alla patente A... Non vi sto a raccontare come andò a finire in casa!
Dunque ho iniziato su strada scegliendo per forza di cose la moto come unico mezzo di trasporto, la primissima è stata una BMW F650 seguita poi dal passaggio al Boxer teutonico per il suo pum-pum-pum che mi rimbombava nelle viscere.
Ricordo distintamente però che dopo un paio di stagioni di esperienza l'asfalto mi divenne progressivamente stretto e iniziai a percepire che c'era un mondo completamente inesplorato che mi stava chiamando...Fu così che affiancai nel mio garage la prima enduro: un fumosissimo KTM 200 tempi del 1997... Sottocoppia poca, sostanza tanta.
Gli anni successivi furono un escalation di emozioni, l'enduro sempre più "vero" e l'inizio del motocross da una parte e i grossi bicilindrici da ON\OFF dall'altra, nonostante la mia altezza molto limitata. Ebbene sì, sono sotto il metro e sessanta...
Acquisite le tecniche di base arrivarono i primi desideratissimi viaggi in Africa (ad oggi oltre 20...) tra i quali anche una missione a scopo umanitario attraversando con 4 Dominator in autonomia il Mali, Burkina Faso e il Niger.
Ora non saprei dire come avvenne il passaggio ai Rally, ma ricordo che fu del tutto naturale...
Leggevo articoli eccezionali di racconti epici e iniziai a maturare il pensiero che un Rally Africano sarebbe potuto essere vissuto come un modo unico per attraversare territori normalmente non accessibili con tanto di rifornimenti e bivacchi a disposizione. Lì scoprii quanto la navigazione in ampi spazi e la guida sulla sabbia assieme si sposavano perfettamente e anno dopo anno ebbi anche la grande opportunità di partecipare al Campionato del Mondo.
In tutto questo la strada, che mi ha dato il battesimo in questo mondo meraviglioso, mi ha sempre continuato ad attrarre non solo per viaggiare ma per affinare il mio stile di guida e farlo diventare sempre più specchio della mia personalità. La strada mi stava dando l'opportunità attraverso la moto di esprimere me stessa pennellando e raccordando curve, ed è qui che ho incontrato Carlo (Cianferoni n.d.r.) Gianni (Giorgi n.d.r.) e Leonardo (Lumini n.d.r.) nel lontano 2008.
Un incontro folgorante e illuminante che mi ha fatto intraprendere un lungo cammino di perfezionamento per arrivare a trasmettere a mia volta quello che ho appreso a chi come me non vuole mai smettere di conoscersi e migliorarsi.
Dal 2012 sono anche istruttore di tecniche di guida Fuoristrada.